Nel corso delle mie ricerche etnografiche ho conosciuto due donne dotate di facoltà particolari e con le quali instaurai un rapporto di amicizia che è durato fino alla loro dipartita, anche se il tempo tende a sbiadire i ricordi, il pensiero rievoca in maniera nitida quei giorni passati con loro. Queste due donne erano unite dalla loro enorme fede e dal rapporto con il sacro; due donne mistiche che avevano votato a Dio la loro esistenza di vita. Donne semplici, grandi lavoratrici, nate entrambe nel territorio della “città dei Picentini”, accomunate dalla singolare esperienza, tra l’atro, che aveva caratterizzato il loro credo spirituale: questo infatti si era sviluppato tormentosamente dopo il parto del loro primo figlio maschio.